Novelle Artigiane

Renzo Vassalluzzo

Buonasera Professore, o meglio Vincenzo come mi hai invitato a chiamarti durante l’intenso incontro-presentazione a Caselle di qualche giorno fa.
Ho finito adesso di leggere il libro e sono sceso nella nostra bottega sotto casa, dove ancora manca il pavimento e un buon impianto di aspirazione, per seguire l’entusiasmo e scriverti.
Sono un lettore difficile e dal punto di visto narrativo l’emergere della figura a tutto tondo di Luigino mi ha fatto tirare il fiato e ha messo a posto tutti i pezzi, ha permesso di identificarmi con soddisfazione e anche alcune pagine che mi sembravano incerte, sono rientrate nel disegno complessivo in virtù di un gioco di sovrapposizioni e interferenze tra i personaggi.
Per certi versi penso che trovare un titolo per questo libro sia difficile, e anche raccontarlo agli altri. È un viaggio che va fatto come lettore e anche nel momento giusto della propria vita, quello che fortunatamente è accaduto a me. La forza delle singole storie a tratti sembra scollegarle, invece riesce a creare una profondità di spazio narrativo ed esistenziale che permette di spingere fino alla fine il lettore.
I temi delle tue novelle mi sono cari, lo sono diventati soprattutto nell’ultimo anno quando ad una serie di difficoltà abbiamo trovato come soluzione le parole “abitare” e “bottega”.
Bottega è una parola che mi suonava male in passato, non la capivo. Probabilmente solo dopo essermi posto nella condizione di apprendista e aver frequentato una bottega, nel mio caso di torniante, di ceramica, cosa che mi è successa negli ultimi mesi, ho cominciato a vedere lo spazio di vita e di progetto dove volevo lavorare e condividere le cose che di volta in volta imparo e maturo, proprio come la nostra bottega. Siamo solo all’inizio, ma ho capito ad esempio che il ritmo del lavoro in uno spazio consapevolmente scelto e amato si propaghi agli altri e dia la serenità per pensare il futuro.
Vincenzo non mi dilungo oltre, anche se avrei voglia di parlarti di tante cose, per esempio dei nostri piccoli e coraggiosi esperimenti sociali a Stella Cilento e anche di come mi ha fatto sorridere pensare che per mia figlia di 5 anni andare e tornare nel suo pianeta è una cosa normale, come per la fantasia di Luigino.
Un abbraccio
Renzo

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