Novelle Artigiane

Letizia Salomone

Gentile Prof. Moretti,
ho da poco concluso la lettura di Novelle Artigiane e sono qui a scriverle per raccontarle cosa, leggendole, sono riuscite a trasmettermi.
Devo dirle, prima di continuare, che amo leggere. Adoro immergermi in quelle storie che raccontano altro, che hanno, dietro l’apparente scrittura, un messaggio celato; amo quelle storie che ti catturano e ti portano in mondi lontani dal tuo, quelle storie che ti permettono di conoscere Donne e Uomini diversi da te ma così uguali da lasciarti senza fiato. Adoro quelle storie che sanno farti riflettere, sorridere e piangere, sognare, conoscere e innamorare.
Questa premessa per dirle che le sue novelle sono state capaci di accendere in me quella luce che riscalda e sa trasportarti altrove.

È un libro che fa sognare sicuramente, ma che, in più punti, permette di aprire delle riflessioni interessanti. È sogno e realtà allo stesso tempo. Qualche anno fa scrissi anch’io un libro che parlava proprio di questo – sogno e realtà – ; leggendo le sue pagine mi sono ritrovata spesso ad esser d’accordo con lei e a sognare con lei. Sono passata dal sorriso alle lacrime, dalla tenerezza alle riflessioni. Man mano che leggevo, continuavano ad aprirsi cassetti della memoria, ed è stato come fare un salto indietro nel tempo: a momenti felici della mia infanzia, a momenti tristi di qualche anno fa, a immagini che mi ricordavano film visti o parole che mi riportavano alla mente la frase, dalla quale, nacque la mia tesi – Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico – . È un po’ come la riflessione di Luigino – Come ho fatto a non sentire una mancanza tanto rumorosa? – .
Sa cosa scrissi nella prefazione della mia tesi? “Nessun libro potrà mai donare il calore di una carezza, la profondità di uno sguardo, la dolce carezza di una mano solcata dal trascorrere del tempo”. Ecco, sono ancora convinta che sia questa la vera essenza della Vita, forse oggi, ancor più di qualche anno fa.

Ho pianto così tanto leggendo alcune pagine de Le miniature di Luigino. Credo lei abbia vissuto quel dolore perché è lo stesso che ho vissuto anch’io. Soltanto se si attraversa il buio più totale lo si può spiegare, e allo stesso modo, lo si può capire. Ancora oggi, rivivere quelle sensazioni, è un trauma. Il tempo passa, cura, ma il dolore resta. Non voglio rattristarla né rattristarmi quindi … continuo …

È stato difficile leggere rimanendo distaccata da quel che leggevo e, forse, per questo motivo, credo di essermi persa la bellezza di una novella in particolare: Il sogno di Sofia. Il motivo è semplice. Toglievo la maschera ad ognuno dei suoi personaggi perché, per me, era facile riconoscerli. Sono di Caselle e quelle storie le conosco bene, talvolta molto da vicino. Io, in realtà, ho sentito spesso parlare di lei…sono la sorella di Stella.
Ecco, conoscere tutti loro, non mi ha permesso di godere pienamente di quelle pagine in particolare, però, come avrà ben capito, con la sua scrittura, è riuscito ad emozionarmi!

Ancora una cosa. Le sue miniature …
Mi hanno ricordato le mani di mio padre quando, da bambine, io e mia sorella, le vedevamo danzare con fogli in mano, e da quella danza, ne venivano fuori, barche e cigni. Mi è venuta voglia, leggendo, di farne qualcuna. La manualità e l’amore per l’arte – sono diplomata in Scenografia – credo sia nata proprio osservando la passione che lui metteva in quello che faceva. Era tutto così magico… È stato bello ricordare…
Beh, spero di non averla annoiata. Mi piace scrivere e forse mi sono dilungata.
Lascerò una recensione sulla mia pagina Fb e su Amazon. Lo faccio sempre quando un libro mi cattura; ho voglia di parlarne e accendere, in chi legge, la curiosità di comprarlo.

Un caro saluto
Letizia

Post Scriptum
Post scritto da Letizia su Facebook
Qualche giorno fa ho chiesto in prestito un libro – Novelle Artigiane – a mia sorella. L’avevo visto sulla sua libreria e, tra un gioco ed una chiacchiera, lo avevo aperto e ne avevo letto qualche pagina. L’ho portato con me e, nelle pause pomeridiane di Maria Elena, sono riuscita a leggerlo.
Ieri ho deciso di scrivere una mail a Vincenzo Moretti. Non lo conosco personalmente ma concludeva il suo libro ringraziando il lettore e chiedendo, a chi ne avesse voglia, di scrivergli le proprie impressioni. Beh, lo faccio spesso dopo aver letto libri che mi son piaciuti e così, anche stavolta, ho preso carta e penna e ho cominciato a scrivere. Dopo qualche ora dall’invio della mia mail, la trovo pubblicata su Fb. Devo essere sincera, il mio primo pensiero è stato “oddio!!!”, non avrei mai pensato di vederla lì su quello schermo, ma ne sono stata felice. Le mie parole, come sempre, sono la naturale conseguenza di quel che leggo, ed anche stavolta, è andata così.
Credo che, per chi scrive un libro e regala una parte di sé agli altri, al mondo, sia una gran bella soddisfazione e fonte viva di felicità ricevere delle conferme positive alla propria scrittura.
Novelle Artigiane, come ho scritto a Vincenzo, sono state capaci di accendere in me quella luce che riscalda e ti trasporta altrove. Leggerle è un rimanere su un filo, in un perfetto equilibrio tra sogno e realtà. Dov’è che comincia l’uno e finisce l’altro? Ci si ritrova immersi in atmosfere limpide, altre volte è un alone di mistero che copre il tutto, altre ancora è la magia che ti avvolge e ti fa sognare.
Mi sono commossa fino a singhiozzare; ho avuto tenerezza fino a, idealmente, abbracciare; ho sorriso togliendo la maschera a volti conosciuti e, riflettuto sulla visione del mondo e della vita stessa che, tra le righe, si faceva spazio con forza, per venirne fuori.
E poi ho riflettuto su una cosa in particolare. Su quello che viene fuori dal pianeta Cip. Beh, ne viene fuori un dipinto in cui ogni cosa, nella sua unicità, è lì in totale armonia con l’altra; il tutto a creare una meravigliosa opera d’arte.
Ecco, dovremmo tutti soffermarci ad ammirarne i colori, le sfumature, la luce e le ombre…ad ammirarne la bellezza e a goderne!
Per tutto questo,
Grazie.

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